mercoledì 5 agosto 2009

Roma: Ancora pestaggi al Cie di Ponte Galeria

Un racconto tremendo, e un appello, dal Cie di Ponte Galeria. Nella serata di lunedì arriva nel Centro un gruppetto di algerini, appena trasferiti da Bari Palese. Tra di loro c’è anche un ragazzo gravemente malato di cuore, che si lamenta e protesta: la polizia non ha provveduto a portare da Bari le medicine che deve prendere ogni giorno. Invece di procurare i farmaci, i poliziotti lo portano in infermeria e poi nella cella di sicurezza. Lì lo massacrano di botte, stufi di tutti questi stranieri sempre pronti a lamentarsi.Quando lo riportano in sezione è pieno di lividi e sangue. Lui è malato di cuore per davvero e durante la notte si sente malissimo: i suoi compagni danno l’allarme, e il malato lascia il Centro a bordo di una ambulanza. La mattina dopo i suoi compaesani, che stanno raccontando in giro gli avvenimenti della notte, vengono raggruppati e portati via. Tutti pensano ad un rimpatrio, e solo la sera si scoprirà che in realtà il gruppo è stato messo in “isolamento” nel reparto delle donne. Intanto, durante tutto il giorno, del ragazzo malato di cuore non si ha più alcuna notizia.Passano le ore, e i reclusi del Centro si ricordano di Salah Soudami, morto soltanto cinque mesi fa in circostanze pressoché identiche, e pensano al peggio.Così chiedono aiuto ai solidali che stanno fuori dai Centri e lanciano un appello dai nostri microfoni: vogliono avere notizie del loro compagno. Vogliono sapere come sta, se è vivo o morto, e dov’è. Lo hanno chiesto alla Croce Rossa e non hanno avuto risposta. Lo hanno chiesto pure agli agenti, e anche loro sono stati zitti: del resto, si sa, i poliziotti sono buoni solo a massacrare di botte i malati di cuore.

Dal Blog "OSSERVATORIO sulla REPRESSIONE"